Trafittura, perforamento.
Qual’è la nostra relazione con il trauma?
Somiglia a una pietra che preme con forza sul corpo, schiaccia, comprime, accartoccia?
O è una tessera del mosaico del nostro essere che non ha trovato collocazione?
Il performer ci permette di accomodarci nel salotto della sua mente, luogo dove avviene l’incontro fra gli eventi esterni e interni.
Un ricordo ricorrente, un tassello incastonato nella mente come un il ash di una macchina fotografica, scattando riporta in vita ombre somiglianti a ciò che è stato.
Dopo un’esperienza traumatica, il sistema umano di auto-conservazione sembra essere in uno stato di allerta permanente, come se il pericolo potesse tornare da un momento all’altro.
Lo spazio è abitato da una panca e un’intelaiatura nera che incombe eretta.
In scena uno Zentai, maschera del teatro Bunraku, un’ombra in movimento che edifica e modi ca la storia del performer.
Una scenografia a in costante mutazione a rappresentanza del modificarsi ed evolversi del processo mentale.
Nello spazio si interfacciano così l’uomo e l’origine del suo trauma in un incontro/scontro in cui i due devono imparare a coesistere, non eliminarsi o estirparsi ma a raccogliersi come uno.
Attraverso il contributo di visual art vedremo una tela verticale sporca e indefinita, le interazioni dei due personaggi metteranno a nudo l’immagine sotto gli strati di ciò che aveva originato il decorso traumatico, la vulnerabilità smarrita, la tessera fuori posto.
Il ricordo traumatico, immagazzinato nella memoria in modalità non appropriate, si comporta come una ferita che non porta a termine il processo di cicatrizzazione e guarigione.
Reprocessing N2 si ispira alla terapia EMDR della Dottoressa Francine Shapiro, sblocca e accelera la guarigione con l’atto del Desensibilisation and Reprocessing.